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ambientazione:1

EDEN

Nei mesi passati non è stato facile trovare rimedio alla Paura. All'inizio, bastava nascondersi per qualche giorno nelle palazzine vuote al centro città, in quei grossi casermoni grigi pieni solo di silenzio e abbandono. Certo, mancava la corrente nella maggior parte dei quartieri a Nord, mancava anche il riscaldamento in quelli più esposti a Est e verso la darsena superiore del fiume. Ma almeno non c'erano quei maledetti pazzi dei Deviant ad ogni ora del giorno.

Cosa è cambiato davvero?

Molti dicono che le difese sono state abbattute, che ci hanno abbandonato qui e che quei pochi organizzati si sono spostati in massa dalla città. I pazzi, o come li chiamano molti, i Deviant, si sono riversati in massa alla ricerca della loro soddisfazione e delle loro depravazioni. Assaltano in gruppo, raramente lo fanno da soli, aggrediscono chiunque, senza distinzioni. Tutti. Le loro follie non hanno un soggetto particolare, e questo li rende ancora più pericolosi, non sembra esserci un motivo sensato o serio dietro ai loro atti, pensavamo fosse per la fame, per la necessità di cucinare i resti di noi Risvegliati ancora normali, ma non è così.

Molti neanche uccidono i poveretti che catturano, si divertono a mutilarli e vedere quanto sangue possono raccogliere prima di abbandonarli lungo le strade innevate, o appenderli come salumi sui lampioni più alti. Altri li hanno visti ammassare i normali, li selezionano, li torturano, li squartano, ne raccolgono dei pezzi, mentre mantengono tutti gli altri prigionieri in vita, costretti a vedere, quasi fossero degli animali selvatici da allevare e addomesticare. Sì, si nutrono proprio di noi, preferiscono le carni morbide di quelli che mangiano, ma potrai anche assistere a qualche Deviant che cercherà di strappare uno scalpo e affondare le mani nel cranio.


Disclaimer: le condizioni di risveglio e l'ambiente possono variare da capitolo a capitolo, si rimanda al capitolo attuale per la descrizione dettagliata del momento del risveglio.


Per fortuna, i pochi superstiti a questa ondata di Follia si sono organizzati in tempo. E' stato Olpah, il grasso Polacco e i suoi sciacalli: prima faceva esplorazioni e controllava spesso la zona Sud delle rive del fiume; col passare del tempo, credo che anche uno scansafatiche come lui abbia imparato come sopravvivere. Se cerchi del cibo, loro l'hanno trovato prima di te. Se cerchi delle armi, loro le hanno trovate prima di te. Se cerchi del lavoro, loro non te lo danno. Sembrano una sorta di famiglia messicana allargata, ma lui non è neanche messicano, non parla neanche lo Spagnolo, non sa neanche dove sia il Messico! Sa solo che adesso c'è bisogno di quante più mani possibili per difendersi e per rispondere agli attacchi dei Deviant.

E' da circa sei mesi che il gruppo più folto di noi, neanche un centinaio, si è stabilito in questo fazzoletto di terra, ma il lavoro per assicurare un po' di protezione e sopravvivenza, per tutto questo tempo, è stato durissimo e faticoso. La prima cosa che abbiamo deciso insieme è stata quella di far saltare i tunnel che correvano sotto le rovine del quartiere distrutto. E' stato facile far brillare delle cariche e far crollare interi isolati, se si pensa poi che il gelo e l'irruenza del fiume hanno fatto il resto. Dalle fondamenta, interi palazzi sono stati rasi al suolo e le fogne hanno iniziato a risalire. La seconda ondata di cariche ha permesso di far allagare l'intera zona, ora completamente sommersa, o quasi, sotto un metro e mezzo di acqua completamente ghiacciata. Abbiano iniziato a tagliare tutti i ponti di collegamento con il centro della città, lasciando solo il ponte principale, dove scorre la vecchia autostrada, ancora integro e utilizzabile. Qui, ci siamo dati una mano a vicenda, costruendo delle palizzate e dei dossi artificiali fatti di carcasse di auto, sacchi di cemento e detriti. E' per ora l'unico punto di collegamento di questa zona con l'esterno perché non possiamo di certo precluderci l'unica via d'uscita. Essendo l'unico passaggio però è facilmente sorvegliabile, e certo, concentrati in un punto solo, i Deviant non fanno molta paura alle armi di Olaph.
Almeno per il momento…

I più idealisti, quelli che credono ancora alla differenza tra Inferno e Paradiso, hanno soprannominato questo posto “Eden”. Non siamo in molti, è vero, forse cento, forse qualche decina di più. Non ci contiamo anche perchè non tutti abbiamo avuto il piacere di leccarci le ferite a vicenda. Molti di noi provengono dal gruppo dei cani da guardia della dottoressa Stainman, altri, sono semplici superstiti che avevano abbandonato la zona centrale e si erano spinti a Nord.

Abbiamo avuto tempi difficili, abbiamo sofferto molto, abbiamo perso molti dei nostri nuovi familiari e dei nostri amici, ma siamo ancora qui a combattere per la Speranza e per la Vita. Abbiamo del cibo, sì, qualcosa è ancora rimasto fra i piani alti delle case o da qualche parte nei bastioni dei quartieri assaltati… ma c'è di più. Alcuni esploratori hanno confermato che al di là dei cancelli del parco, c'è la possibilità di trovare delle prede, e chissà, forse riusciremo a costruire anche degli allevamenti… In questo momento, l'incubo dei Deviant sembra lontano. Sembra. Già nella zona a Sud c'è chi racconta di qualcosa che si muove fra le case, o ad Est, dentro al Parco, ombre strane, più grandi di animali, che si aggirano in piena notte. Suggestione o semplice paranoia possono mettere in allarme, ma non si è mai al sicuro, in questo posto.

Non si è mai al sicuro ad After Life…

ambientazione/1.txt · Ultima modifica: 2022/04/05 11:59 da void